venerdì 4 marzo 2011

Ignorate le richieste dei pendolari: altri aumenti del 20% ma senza nuovi servizi

Gli aumenti tariffari dovrebbero andare pari passo con i benefici, ma la Regione fa le medie del pollo di Trilussa...


Il 2 marzo scorso si è tenuta, presso la Regione Lombardia, la prevista riunione del Tavolo TPL (Trasporto Pubblico Locale) che aveva all’ordine del giorno la definizione degli indicatori in base ai quali “collegare il riconoscimento dell’ulteriore aumenti tariffario” previsto per maggio, come previsto dalla delibera regionale del 29 dicembre scorso.
Innanzitutto, abbiamo ancora dovuto una volta constatare il precario stato del monitoraggio, da parte della Regione e degli Enti Locali, del sistema complessivo del trasporto pubblico locale che si traduce in una base dati che non può certo definirsi rappresentativa e sufficiente per decidere su aumenti tariffari così rilevanti, e al tempo stesso da premiare i Gestori di TPL. Se, infatti, per quanto riguarda il servizio ferroviario esiste una qualche base statistica su ritardi e cancellazioni, sul resto del TPL domina il buio assoluto, nonostante i contratti di servizio siano farciti di norme e regole per la raccolta per la trasmissione dei dati di monitoraggio del servizio. Uno scenario talmente frustrante da farci rimpiangere il “vecchio” algoritmo tariffario, il quale almeno contemplava anche il grado di soddisfazione degli utenti. Probabilmente, visti gli esiti disastrosi della sua prima (e forse ultima) applicazione (con due parametri nulli e due negativi), l’Assessore Raffaele Cattaneo ambisce a far approdare gli aumenti in lidi più sicuri. Ed è un fatto che, sebbene manchino meno di due mesi alla fatidica data, ancora non si siano stabilite le regole del gioco, anzi, si brancoli nel buio se l’assessore dichiara che “non esiste alcuna proposta regionale”, tanto da ipotizzare un rinvio dell’applicazione degli aumenti. Ma ogni pendolare sa che l’andamento dei treni è stagionale, e che due o tre mesi di rilevazione non dicono nulla, esattamente come una rondine non fa primavera, come è comprovato dall’andamento disastroso degli scorsi mesi di novembre e dicembre.
Ma vi è un ulteriore elemento che denota quanto si stia navigando a vista nel governo del sistema del TPL, e cioè di quanto non si esiti a rimettere sfacciatamente in discussione obiettivi e propositi pomposamente dichiarati in tempi recenti e non sospetti con il famoso “Patto TPL”. In esso, infatti, è stato stabilito, mediante il meccanismo di adeguamento automatico delle tariffe, un preciso rapporto tra qualità, quantità e tariffe, che, a fronte di un incremento complessivo cumulato delle tariffe dal 2010 al 2015, al netto dell’inflazione, pari al 20%, avrebbe dovuto garantire il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
  • Integrazione tariffaria regionale “vera” entro il 2010
  • Velocità commerciale: +10% (entro 2011)
  • Puntualità a 5 minuti: +8 punti percentuali
  • Soppressioni: -90%
  • Riduzione età parco mezzi: -40%
  • Nuovi servizi: 189 milioni, e +20% treni*km.
Quindi, gli aumenti tariffari che ora si prospettano, di misura guarda caso pari proprio a quel 20%, dovrebbero, per coerenza, essere paragonabili con tali obiettivi. Invece, alla riunione sono stati proposti degli indicatori che non si avvicinano nemmeno lontanamente a quelli sopra riportati. Non solo, per quanto riguarda la puntualità sono state enunciate delle modalità di calcolo differenti da quelle utilizzate a riferimento nel Patto e non facilmente confrontabili con il dato storico, rendendo così difficoltoso fare dei paragoni.
Il nostro pensiero è che la qualità del servizio non è fatta solo di numeri in quanto, con medie troppo simili a quelle di Trilussa, non spiegano compiutamente il disagio del viaggiare quotidianamente sui nostri treni e autobus, ma rientra in una concezione ben più ampia e globale, investendo tutti gli aspetti del servizio. Non si possono, ad esempio, trascurare la pulizia e la climatizzazione, il sistema delle informazioni, la rete di vendita dei titoli di viaggio, il sistema sanzionatorio che non deve essere vessatorio nei confronti di chi è in buona fede, la presa in carico delle richieste e delle proposte degli utenti in termini di orari, l’ampliamento delle fasce orarie del servizio, l’accessibilità e fruibilità dei mezzi di trasporto pubblico, la dignitosità e fruibilità delle stazioni e delle fermate, l’affollamento, la velocità commerciale e altro ancora. Non da ultimo, la revisione del sistema dei bonus e delle penali e il diritto di ottenere risposte esaurienti e documentate tanto dai gestori, quanto dall’Ente regolatore, in merito a tutto ciò che non funziona e alle richieste degli utenti, la disponibilità dei dati di dettaglio sul servizio programmato e a consuntivo, nonché sui costi, sui ricavi e sui passeggeri trasportati.
Su questi temi, e altro ancora, sono attese risposte concrete e nei fatti dagli 8.500 firmatari della petizione al Presidente Roberto Formigoni, chiamato, in virtù di tale carica, anche a svolgere anche la funzione di garante nei confronti di pendolari e utenti del trasporto pubblico lombardo, degli impegni presi nei loro confronti dalla dalla Regione. Rinnoviamo pertanto l’appello di cittadini che chiedono di potergli consegnare le firme della petizione e che, nei fatti, continua ad essere ignorato.


Comitato pendolari Milano-Lecco, Comitato pendolari Mandello, Comitato pendolari Calolziocorte-Valle S. Martino, Comitato MMML (Milano-Monza-Molteno-Lecco, Comitato Pendolari Bergamaschi CPB, Comitato pendolari Rovato-Chiari-Rovato, Comitato pendolari LeNord Milano-Asso, Comitato pendolari Merate, Comitato InOrario Milano-Mantova, Comitato Milano-Mortara, Comitato pendolari Tortona, Comitato Milano-Varese, Comitato Milano-Seregno, Comitato Pendolari Metropolitani, Legambiente Lombardia

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti prima della pubblicazione verranno vagliati dagli amministratori del blog. Si raccomanda l'educazione e la sintesi.