giovedì 3 marzo 2011

Fondo solidarietà al lavoro: nessun assistenzialismo, ma solo dignità e un impiego

Dalla Caritas Ambrosiana replicano alle assurde esternazioni dell'Assessore provinciale al Lavoro Fabio Dadati

In questi giorni sono state riportate dai giornali alcune dichiarazioni dell’assessore al Lavoro della Provincia di Lecco, Fabio Dadati, che sollevano critiche sulle finalità del “Fondo Solidarietà al Lavoro”. Quelle osservazioni ci sorprendono. Riteniamo pertanto necessario precisare alcuni aspetti di questa iniziativa che a quanto pare non sono stati compresi.
Come è nato
L’iniziativa del “Fondo Solidarietà al lavoro” di Lecco, che vede coinvolta Caritas Ambrosiana nella promozione, insieme alle parrocchie della città e al Consorzio Consolida, è nata per rispondere alle numerose segnalazioni delle persone che a causa degli effetti della crisi economica si sono trovate senza lavoro. È un’iniziativa, “nata dal basso” e dalla cosiddetta società civile e religiosa, sollecita dall’appello del prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin durante la giornata di San Niccolò. Appello che ha avuto l’effetto di far convergere in un comune sforzo, tante energie messe in campo dalle comunità parrocchiali che qui come in altri territori sentono di esprimere il loro essere Chiesa, facendosi carico responsabilmente dei problemi di chi ha bisogno.
Come funziona
Il Fondo segue modalità di intervento diverse da iniziative di sostengo già presenti e permette di integrare le opportunità di risposta ai numerosi bisogni che, purtroppo, permangono nonostante i segnali timidi di ripresa economica. Non è, dunque, una proposta alternativa, ma integrativa, ad esempio alle borse sociali di lavoro promosse dalla Provincia. Lungi dall’essere un’iniziativa assistenziale, riteniamo sia una forma di aiuto innovativo maturato all’interno del percorso del Fondo Famiglia Lavoro della Diocesi e che va nella direzione del lavoro e della dignità della persona. Precisiamo, infatti, che Il Fondo Solidarietà al Lavoro, offrirà vere e proprie assunzioni, non borse lavoro, che sono uno strumento di formazione e di professionalizzazione. Oltre al fatto di avere un posto di lavoro, ciò consentirà alle persone di godere di maggiori tutele. Riceveranno, ad esempio, i contributi previdenziali, potranno ottenere assegni familiari, al termine del contratto di lavoro (da 6 a 12 mesi) potranno ricevere un’indennità di disoccupazione, infine molte persone che si sono trovate senza lavoro ad un passo dalla pensione, potranno maturare i requisiti per accedervi. Ad offrire questi posti saranno le cooperative sociali. Riteniamo quanto mai opportuno il loro coinvolgimento e infondato il timore che qualche disoccupato possa occupare il posto di qualche disabile, come è stato paventato. Come è noto, infatti, la legge stabilisce che all’interno delle cooperative venga rispettato un preciso rapporto tra la quota di lavoratori classificabili come “svantaggiati” e quelli classificati come “normodotati”. Se aumentarono questi ultimi, potranno aumentare i secondi. Siamo dunque lieti che le cooperative sociali del territorio abbiano voluto aderire a questo progetto dimostrando il loro senso di responsabilità in un momento difficile per la comunità e dando prova di essere capaci di farsi protagoniste anche di nuove forme di welfare.
Funzione pedagogica
Infine vogliamo ribadire che questa iniziativa ha anche un valore pedagogico, finalità più volte richiamata dallo stesso cardinale Tettamanzi. Il Fondo potrà, infatti, essere alimentato dai singoli cittadini e dalle comunità parrocchiali in modo continuo. Sarà dunque un’occasione per educarsi tutti al senso di responsabilità che dobbiamo avere nei confronti di chi si trova in una situazione di difficoltà e sarà un’opportunità per esprimere quella sussidiarietà orizzontale che tante volte invochiamo.
I partner
Il ruolo della Fondazione della Provincia di Lecco garantisce il monitoraggio e il supporto tecnico fondamentale per la riuscita dell’iniziativa e non da ultimo, come già noto anche un importante contributo economico. Anche il significativo contributo del Comuni di Lecco è garanzia di partecipazione e rispettosa collaborazione.
Auspichiamo, quindi, che l’iniziativa prosegua senza polemiche inutili e con il contributo di tutti quelli che vorranno migliorarne e moltiplicarne le varie forme di aiuto.

1 commento:

  1. Il fatto è che quando manca l'iniziativa dello Stato la chiesa mette il cappello ad azioni che dovrebbero essere "diritti" dei cittadini e non iniziative di solidarietà!

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