martedì 21 dicembre 2010

C'è un punto di non ritorno. E noi ci siamo sempre più vicini

“Con forte scrupolo abbiamo guardato ai temi ambientali. Siamo imprenditori spesso di seconda o terza generazione e, quindi, saldamente legati allo sviluppo armonioso del territorio in cui viviamo, lavoriamo, investiamo…” Così esordisce il documento che accompagna lo studio di fattibilità dell’Autostrada VA-CO-LC presentato a Busto Arsizio al Centro Malpensa Fiere, che ricalca nella sostanza il precedente progetto presentato a Como un anno fa. Ma gli imprenditori della PromoVareseComoLecco scherzano o ci credono davvero? Costoro che tanto hanno a cuore la viabilità, si guardano intorno quando guidano lungo le nostre strade? Dov’è lo “sviluppo armonioso del territorio”? Solo strade e capannoni, questa l’eredità che lasciamo alle future generazioni. Viviamo nell’area a maggior densità insediativa e più cementificata d’Europa, in una tra le più inquinate dove respiriamo ossido di carbonio al posto dell’ossigeno.
A parte la dichiarazione di cui sopra, rimasta sulla carta, non una parola è stata spesa da Assessori Regionali e Presidenti di Camere di Commercio per parlare di ambiente, qualità dell’aria, consumo del suolo, difesa dei polmoni verdi (e dei nostri!). Loro dicono di rappresentare la Lombardia che lavora, peccato che l’agricoltura, quello che ancora si chiama settore primario e che la Regione Lombardia dice di difendere, non sia stata minimamente presa in considerazione.
Solo un profluvio di cifre da stordire i presenti. Ripetute ossessivamente parole come concessioni, contributi, debito, tariffe, costi di gestione, incremento, ribasso d’asta, investimenti, ricavi, imposte, fabbisogno finanziario, interessi intercalari, performance in termini di costi e ricavi, pedaggi… Ma nessuno ha parlato dei costi ambientali, del fatto che la poca terra che ci è rimasta è il bene più prezioso perché sempre più raro. Nessuno ha parlato di possibili alternative, di merci a chilometri zero, filiera corta, telelavoro, trasporto su ferro, riqualificazione di strade esistenti, collegamenti verticali con l’asse orizzontale della Pedemontana di cui sono stati da poco inaugurati i cantieri e che già riverseranno su prati e boschi milioni di metri cubi di cemento. Stralciano dal progetto la tangenziale di Como perché è troppo costosa? No problem, noi imprenditori progettiamo un’autostrada a pagamento da Varese a Como a Lecco!
Oggi solo 2.400 auto vanno da Varese a Lecco, ma la costruzione dell'autostrada moltiplicherà questi numeri! Ascoltandoli sembra che l’obiettivo prefissato sia quello di attrarre auto (neanche fossero turisti!) e aumentare a dismisura il volume del traffico così da giustificare da una parte e ripagare con i pedaggi dall’altra la spesa per l’autostrada che si aggira su un miliardo e mezzo di euro. Inquinamento alle stelle, ma così si pareggiano i conti! Davvero un bell’esempio della nostra “sana” imprenditoria lombarda. I cantieri creano posti di lavoro, dicono, ma a quale prezzo? In questa nostra Lombardia il suolo libero è una risorsa scarsa, preziosa e soprattutto non rinnovabile e andrebbe tutelato, non consumato. Ma forse per i nostri figli è più importante poter correre su un’autostrada che camminare in un bosco…
Terminato l’elenco di cifre, la seduta è tolta. Nessuno spazio al confronto e al dibattito, un’esposizione blindata e a senso unico per poter raccontarsi e raccontare che loro stanno interpretando i nostri bisogni. Nutro seri dubbi in merito, ma ho la certezza che invece interpretano gli interessi economici di chi da queste “grandi opere” trae enormi guadagni.
Siamo vicini a un punto di non ritorno. Gli imprenditori della PromoVareseComoLecco insieme ad alcuni dei politici che siedono in Regione sembrano determinati a fare e in fretta. E se li lasceremo fare, non ci sarà più la possibilità di tornare indietro. Il cemento è per sempre.


Anna Maspero

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