Dicono che il Natale sia la giornata più religiosa. È vero: perché si può anche non vedere il Natale, scordare o ricordare a nostro modo, ciò che ci piace: fare l'Albero o il Presepio con o senza il Bambino o con un Bambino di carta, di legno, di celluloide; con un Bambino che pare una bambola per i sentimentali, un mito per gli uomini forti.Che l'incanto rimanga, per carità; che il pur tenue filo di poesia o di fede o di bontà rimanga! Io non voglio tagliarlo: sarei un sacrilego. Ma se penso che a forza di mettere assieme Gesubambini di cartapesta non vediamo più i bambini di carne; che possiamo far patire la fame a non so quanti milioni di bambini quasi fossero di cartapesta anch'essi; che possiamo sparare, buttar giù bombe di due, quattro tonnellate, perché gli uomini sono di cartapesta; minacciare l'uso dell'atomica, perché gli uomini sono "materiale umano"; allora, io mi chiedo se è buona cosa questo incantamento che ci procuriamo per distaccarci il cuore, questo cuore di carne, dal cuore di carne del Natale. (don Primo Mazzolari dalla rivista "Adesso" del 15 dicembre 1950)
Auguriamo a tutti un sereno Natale
specialmente a coloro che stanno
attraversando un momento difficile
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