martedì 6 luglio 2010

Cose strane nel Parco del Curone, tra dubbi e tanti perchè...

Premetto subito che siamo nel Parco del Curone, in provincia di Lecco.
Come comune cittadino talora mi pongo alcune domande. E le pongo a chi ha la competenza di rispondermi.
Comune di Rovagnate. Sono stato invitato a vedere i lavori di ristrutturazione della chiesetta di Galbusera. Non ho potuto far finta di nulla, e non vedere anche il complesso edilizio che sta sorgendo, nei pressi dell’edificio sacro. Non solo per il netto contrasto tra una specie di rudere che odora ancora di antica fede e la modernità funzionale che trasuda un lusso blasfemo, la cosa insopportabile sta nel fatto che quel complesso di costruzioni abbia avuto tutte le licenze richieste e che nessuno abbia potuto far sentire in modo efficace le proprie proteste. Proteste anche legittime, visto che non sono rari i casi in cui si è rigidi su alcuni permessi e si è fin troppo generosi in altri. E poi, chi abiterà quelle case? I cosiddetti residenziali stagionali, con tutti i grossi problemi che procurano? Di viabilità, di inquinamento, di ghetto strettamente borghese?
Lo so benissimo: si tratta di una corresponsabilità che, come succede in questi casi, serve a coprire le responsabilità dei singoli enti. Siamo in Italia. Il paese dei Ponzio Pilato.
Comune di Perego. Mi sposto di un chilometro circa, in frazione di Cereda, ed ecco un altro cantiere. In realtà, non si tratta almeno per ora di una nuova costruzione, ma di spostamenti di terreno. Anche qui, tutti sembrano tacere, eppure ogni giorno che passo di lì rimango perplesso nel vedere ruspe e altri mezzi spostare tonnellate di terra mutando la faccia ai vari terrazzamenti. Tutto in regola? Se sì, perché allora il Parco non chiude un occhio quando si sposta una carriola di terra? Anche qui, due pesi e due misure? Si guarda la pagliuzza e non si vede la trave, si filtra il moscerino e si ingoia l’elefante.
In realtà, i dubbi non sono tutti miei. Ho raccolto le lamentele di tanti. Tuttavia, mi aspettavo che la protesta si facesse più corale e più visibile. Quando si è temuto che il Parco del Curone venisse trivellato alla ricerca del petrolio (a proposito, tante cose sono rimaste ancora all’oscuro!), la gente del posto ha reagito, anche in maniera del tutto sconsiderata, e poi la stessa gente tace sullo scempio ambientale che, a lungo andare, produrrà effetti negativi forse peggiori di quelli di un pozzo petrolifero. Siamo in Italia. Il paese delle petizioni, delle firme e dei referendum. Oltre, non si va. Se ognuno di noi cominciasse a denunciare, nel proprio paese, ogni forma di privilegio, di ingiustizia, di speculazione sull’ambiente, quella furbizia di chi percorre le strade più strane e sconosciute ai miseri mortali per arrivare ad ottenere le cose più assurde e vergognose! Perché... non cominciare?

don Giorgio De Capitani
da donGiorgio.it

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