Gli uffici provinciali decentrati a Merate sono stati aperti venerdì 1° luglio presso il Municipio di Piazza degli Eroi 3; saranno operativi uno sportello operativo con protocollo integrato, mercoledì e venerdì dalle 9,30 alle 12,00 ed un servizio di difesa civica territoriale su appuntamento; un ufficio sarà a disposizione degli Assessori provinciali per incontri ed appuntamenti.
Ribadisco il mio tifo per l’abolizione delle Province, grazie alla quale, a regime, si stima un risparmio di almeno 10 miliardi di Euro/anno ad avvenuta eliminazione dell’apparato politico ed assorbimento del personale in dipartimenti decentrati della Regione di competenza.
Il mio giudizio è prevenuto, ma non capisco quale vantaggio possa dare al cittadino l’istituzione di tali uffici.
Ne analizzo, ora, i singoli utilizzi sulla base dei comunicati ufficiali:
- Lo stesso portale del sito della Provincia di Lecco, alla voce “Posta elettronica certificata” riporta che “L’utilizzo della posta elettronica certificata e della firma digitale risponde ad esigenze di semplificazione della Pubblica Amministrazione secondo i principi di efficienza, efficacia ed economicità, previsti dalla nuova normativa”. Non si capisce, quindi la necessità di un doppione cartaceo che costringe almeno un operatore a spostarsi da Lecco a Merate due volte alla settimana per un servizio che, la Provincia stessa afferma essere fattibile telematicamente.
- La “Difesa Civica territoriale”, come prevista dalla Legge 42 del 26.03.2010, può surrogare la difesa civica comunale, mediante Protocollo d’intesa fra Provincia e Comune. Nella fattispecie, quindi, non si capisce la necessità di una tale surroga visto che il sito comunale, peraltro poco affidabile, non riporta la cessazione della difesa civica comunale esistente. Rimane l’ipotesi di servizio per gli altri Comuni del Meratese, ma dai documenti non risulta, visto che l’accordo è stato stipulato fra Provincia e Merate.
- La necessità di incontri od appuntamenti con gli Assessori provinciali non richiede certo l’esistenza di uffici, peraltro sottoutilizzati per gli scopi di cui ai punti precedenti.
Ragionando con il principio della sobrietà e della minimizzazione dei costi, ci si chiede, perché, se le necessità di cui sopra fossero, per assurdo, acclarate, non si è effettuata una razionalizzazione accorpando, in spazi comunali, l’altra emanazione provinciale costituita dal “Centro per l’Impiego” di via Statale 11, in località Ceppo. Ciò avrebbe determinato la cessazione dei costi di affitto da parte della Provincia nei confronti del privato; se tali spazi non fossero stati disponibili in Palazzo Tettamanti si sarebbe potuto valutare la struttura, già utilizzata per anagrafe e servizi socioculturali, sita nel Parco di Villa Confalonieri.
Non comprendo la ratio del decentramento in oggetto e non so se sia stata preceduta o meno da un’analisi dei bisogni e delle necessità.
Confido nel carattere sperimentale dell’iniziativa.
Ernesto Passoni
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