mercoledì 16 febbraio 2011

Bisogna ripensare al welfar locale: qualche domanda ai nuovi vertici sanitari

E’ passato più di un mese da quando la Regione ha nominato i nuovi Direttori Generali delle Aziende Sanitarie della nostra Provincia (Azienda Ospedaliera ed ASL). Gli organigrammi interni sono stati formati e i nuovi dirigenti dovrebbero essersi fatta una prima idea della situazione. Non solo, sono usciti sia il Piano Socio Sanitario che le regole per il 2011 e, quindi, si ha un quadro in cui operare. Penso, allora, che i Direttori Generali dovrebbero spiegarci cosa pensano di fare. Affinché non ci raccontino cose generiche, comincio a porre loro alcune domande precise.
Due domande preliminari per entrambi:
  • Poiché in entrambi i documenti regionali prima citati si parla di riequilibrio della spesa verso la medicina territoriale, vorrei sapere come entrambi intendono collaborare per raggiungere l’importante obiettivo di diminuire il numero di chi, impropriamente o per necessità vista la mancanza di una rete territoriale sanitaria robusto, si rivolge all’ospedale oppure quali sinergie e risorse, insieme, pongono a disposizione per dimissioni protette ed ospedale a domicilio. Potrebbe sembrare una domanda ovvia, ma non lo è vista l’esperienza vissuta nel passato dove, oltre i rapporti cortesi e formali, non c’erano collaborazioni sostanziali.
  • La Cittadella della Salute di Merate non potrà mai decollare senza un impegno economico e propositivo delle due aziende. E’ impensabile che lo sforzo economico lo affrontino, da soli, i Comuni e qualche privato. Sarebbe utile che ci dicessero quale tabella di marcia i due dirigenti hanno in mente. Nel Documento di programmazione dell’ASL per il 2011 non se ne fa cenno.
Domande per il Direttore dell’ASL
  • Quali rapporti intende istituire con gli Enti Locali? Solo di “controllo” od, anche visto il processo di integrazione tra settori sanitario, sociosanitario e sociale, li vuole coinvolgere davvero nella programmazione e nella discussione del bilancio come la legge 31/97 già prescrive?
  • Ha un’idea come distribuire i 55 “posti intermedi” o di dimissioni protette. Quanti ne toccheranno al nostro Distretto e dove pensa di collocali? Ci sono appositi fondi od indicazioni da parte della Regione?
  • Visto che la popolazione della nostra provincia è di poco più di 300 mila abitanti, cosa pensa di un unico piano di zona provinciale? Come saprà, a Lodi è già una realtà.
  • Metterà a disposizione dei medici di famiglia fondi e strumenti organizzativi per ridurre l’ospedalizzazione impropria?
  • Ha in mente un piano integrato tra Ospedale, ASL, Comuni sulla cronicità e la non autosufficienza visti i tagli agli Enti Locali e gli aumenti delle rette per le famiglie?
Domande per il Direttore dell’Azienda Ospedaliera
  • Vista l’apertura del nuovo ospedale di Vimercate e visto che il San Leopoldo Mandic sinora ha retto alle sfide ed al confronto come ospedale di frontiera, quali sono le sue proposte per il rafforzamento di tale vocazione in termini di personale, attrezzature avanzate e di organizzazione (dipartimenti meratesi)?
  • Ci sono i fondi per completare i nuovi reparti soprattutto per la parte delle attrezzature (sale operatorie, endoscopia, ad esempio)?
  • Intende coinvolgere nella programmazione dei servizi gli Enti Locali?
  • Viste le tradizioni del Mandic cosa pensa di mettere a disposizione nel Piano Organizzativo Aziendale per aiutare la nascita di una rete territoriale integrata?
L’allungamento dell’età, la diffusione delle cronicità, la riduzione dei trasferimenti statali di carattere sociale e sanitario, implica un ripensamento della rete di welfare locale dove i diversi interlocutori (enti pubblici, volontariato e privato sociale) trovino un rapporto di collaborazione fissando insieme gli obiettivi da raggiungere. Un Piano di Zona unitario provinciale sarebbe un passo avanti notevole.

Ambrogio Sala
Assessore ai Servizia alla persona
di Olgiate Molgora

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