Lo scorso 20 dicembre 2011, nel corso della Conferenza dei Capigruppo, per conto del nostro Gruppo di "Insieme per Merate" ho presentato una bozza di regolamento per il funzionamento dei Comitati/Consulte di Frazione previste dallo Statuto Comunale del 2001 e mai attivate finora. Abbiamo voluto in tal modo sollecitare la Maggioranza, ed il Consiglio Comunale tutto, ad avviare quanto prima, un’ attenta analisi su cosa occorra fare dopo la “fase iniziale”, così è stata definita dal Sindaco sinora, per rendere funzionante questo strumento nel modo più utile possibile alla vita partecipativa, cioè democratica di Merate. L’impostazione che ne ha dato finora la Maggioranza, ha trascurato alcuni aspetti, per negligenza o sottovalutazione, che rischiano di far naufragare la loro importante funzione, e farle approdare ad un puro circolo di volonterosi amici.
Nel corso delle prime assemblee pubbliche organizzate dalla nuova Giunta nelle frazioni (ottobre 2009) senza che venisse data preventiva comunicazione che nel corso dell’assemblea si sarebbero insediati i Comitati, il Sindaco ha investito di tale ruolo quelli tra i presenti che si dichiararono disponibili a farne parte. Questo sistema è utile nel costituire i gruppi di volontari che organizzano una corsa campestre, ma può risultare dannoso quando lo utilizza una istituzione. Infatti in assenza di chiarezza sui compiti di tale organismo, i membri della Consulta di una Frazione (quello Brugarolo) pochi mesi dopo, scrissero censurando l’operato di un Consigliere (il nostro Roverto Riva) che aveva presentato un’interrogazione riguardante la frazione, azione prevista dai suoi compiti istituzionali e lo fecero qualificandosi come Consulta di Frazione. E’ chiaro, spero a tutti, che senza rappresentatività, il rischio è che queste persone si trasformino in comitato elettorale di una singola forza politica. Ma questo è solo il più vistoso delle “conseguenze indesiderate” generate dall’approccio tenuto finora.
Quando nel corso di una Conferenza dei Capigruppo del maggio scorso, ho espresso questa necessità (definire cosa siano a livello istituzionale investendo l’organo del Consiglio Comunale nella discussione) ho ricevuto “invito” dal Capogruppo di Maggioranza Ernesto Sellito, di avanzare proposte in tal senso. L’attuale Maggioranza è sempre pronta a rimbalzare sulle Opposizioni la loro inattività propositiva, e quindi raccogliendo l’invito (credo fattomi per chiudermi la bocca) ho presentato la bozza.
Forse l’Amministrazione attuale, carente nei contatti quotidiani con i cittadini, ha individuato i Comitati di Frazione come “sportello dei cittadini”. Oggi però la posta elettronica ha introdotto una netta novità nel modo in cui circolano le richieste dei cittadini, e questo può ragionevolmente far ritenere “sorpassata “ una consulta, se la si intende solo come raccolta "dei bisogni" dei cittadini. Quando ul Sindaco Andrea Robbiani pensa di essere in contatto con i cittadini perché riceve molte mail, dice una cosa solo parzialmente vera, perché in questa versione postmoderna della rappresentatività si sofferma ad esaltare la funzione della tecnologia dimenticando il suo/nostro ruolo di figure pubbliche. Che il cittadino (non sempre elettore) venga chiamato “a dire la sua” via web non significa che il web rafforzi , anzi fondi la democrazia. Il web può facilitare il consenso, ma non porta nulla a quel lavoro di costruzione della relazione tra società e Stato, che è il vero compito dimenticato della politica, e che il populismo di Lega e il "berlusconismo" oggi avversano (solo Gianfranco Fini non lo accetta). Questo ecocentrismo del “finire in rete” asseconda il convincimento che sia il votare, non ciò che si vota a fare la politica.
In questo circuito così impostato, è completamente assente chi si adopera per trovare soluzioni comuni a problemi comuni. Personalmente penso che la vera deficienza di oggi non stia nel raccogliere le richieste dei cittadini, ma nel sostenere il dialogo con i cittadini, vero segreto della democrazia. La promozione di sedi e di occasioni che consentano ai cittadini di discutere in modo informato e ragionato sui temi che li riguardano è a nostro avviso la sfida che le Consulte di Frazioni mettono davanti, ma questo deve avvenire in un consesso pubblico (altro errore dell’uso fatto finora delle Consulte).
Cesare Perego
Capogruppo consiliare
di "Insieme per Merate"
Sono già intervenuto sulla questione; ho anche scritto un paio di volte al sindaco: in effetti i "comitati" così definiti non sono per nulla rappresentativi.
RispondiEliminaE il "comitato" per il CENTRO città perchè non esiste?
Cordialità.