lunedì 26 aprile 2010

Il futuro di un Paese passa dalla scuola e un Paese senza istruzione è destinato a morire

Come si fa a non trovare subito tempo per l’educazione delle nuove generazioni? Come si fa ad aver paura di apporre uno scarabocchio che non costa nulla per testimoniare che la situazione economica in cui versano le nostre scuole non è tollerabile?

Sono uno dei firmatari dell’appello in difesa dell’Istituto Comprensivo di Merate e in generale della scuola pubblica (
clicca sul testo evidenziato per legge l'articolo sull'iniziativa). Quando sabato mi sono presentato al banchetto in piazza Vittoria pensavo seriamente di trovare la file di genitori, nonni, insegnanti di ogni ordine e grado ma anche cittadini non coinvolti direttamente dal problema. Perché il futuro di un Paese passa dall’istruzione e un Paese senza istruzione è destinato a morire. Invece non solo non ho trovato nessuno ma ho notato con dispiacere che i volontari che si occupavano di far compilare i moduli faticavano a convincere la gente a firmare. Le persone giravano al largo e allungavano il passo per non farsi fermare e quando proprio non potevano fare a meno di svicolare inventavano ogni genere di scusa per scappare. “Vengo dopo”, “Ho fretta”, “Non ho figli in età scolara”… Ma come si fa a non trovare subito tempo per l’educazione delle nuove generazioni? Come si fa ad aver paura di apporre uno scarabocchio che non costa nulla per testimoniare che la situazione economica in cui versano le nostre scuole non è tollerabile? Siamo ridotti veramente male se ci facciamo problemi persino per una firma per una questione che riguarda tutti. Poi sicuramente tra qualche anno tutte le famiglie si lamenteranno perché non esisterà il tempo pieno, bisognerà pagare la mensa e in caso di assenza di un insegnante le classi verranno accorpate. In fondo ci sta solo bene, è quello che ci meritiamo.

Un genitore

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