venerdì 30 aprile 2010

"Se li conosci non li eviti"

La tradizionale giornata di raccolta di indumenti usati, che si terrà sabato 8 maggio, è dedicata quest’anno alla lotta all’Aids. Con il ricavato dell’attività di riciclaggio saranno finanziati progetti di sensibilizzazione, educazione e animazione, in particolare, nelle case alloggio della diocesi. L’anno scorso l’iniziativa ha coinvolto 600 parrocchie ed è stata resa possibile grazie al contributo di 3 mila volontari.

Un terzo dei malati di Hiv/Aids in Italia è residente in Lombardia, da sempre in testa alla classifica nazionale. In particolare nella nostra regione si calcola che sono 60 mila le persone sieropositive, 45.000 circa sono seguite dai servizi sanitari: 65% uomini, per la stragrande maggioranza di età compresa tra i 25 e i 54 anni. Infatti, se i farmaci antiretrovirali hanno avuto l’auspicato effetto di allungare la vita alle persone colpite dalla sindrome da immunodeficienza acquisita, non hanno debellato il virus. Per questa ragione Caritas Ambrosiana ha deciso di dedicare alla lotta all’Aids la tradizionale giornata diocesana di raccolta di indumenti usati, sabato 8 maggio, che quest’anno avrà come slogan “Se li conosci, non li eviti”, titolo anche di un opuscolo diffuso nelle parrocchie in questi mesi, per preparare giovani e adulti a questo importante appuntamento.

Obiettivi della campagna “Se li conosci, non li eviti”
«Questa giornata ha due obiettivi – spiega don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana –. Il primo è che non bisogna abbassare la guardia, perché l’Aids non è stato ancora sconfitto. Non solo nei paesi più poveri, dove le cure sono scandalosamente precluse alla stragrande maggioranza della popolazione, l’Aids continua a mietere miglia di vittime ogni anno. Anche in Occidente, infatti, dove è possibile curarsi, il contagio non si è arrestato: qualsiasi persona che assume comportamenti a rischio, può infettarsi. Inoltre, se è vero che la medicina ha aumentato la quantità di vita di chi ha contratto la malattia, non ne ha migliorato la qualità. Quest’ultimo aspetto dipende soprattutto dalla capacità che avremo di sconfiggere pregiudizi e paure. Contribuire a combatterli è il secondo scopo di questa campagna di sensibilizzazione».
Su questo fronte, in particolare, le comunità parrocchiali daranno anche un contributo molto concreto. Tutto il ricavato economico della “raccolta” sarà, infatti, destinato a finanziare progetti che attuano percorsi di sensibilizzazione, educazione, animazione, con la partecipazione di operatori e persone sieropositive accolte nelle Case alloggio. Oggi in Lombardia ce ne sono 24 con 224 posti letto. Di queste strutture 13 si trovano nella diocesi di Milano. Da luoghi in cui le persone venivano, fino a non pochi anni fa, accompagnate a morire, queste strutture si stanno progressivamente trasformando in centri per malati cronici dove è sempre più necessario garantire accoglienza e dignità di vita. Un passaggio che deve essere sostenuto.

Sabato 8 maggio: la giornata della raccolta.
Come ogni anno, l’organizzazione della raccolta è affidata alle comunità locali. Nelle parrocchie che aderiscono alla campagna vengono distribuiti i sacchi con i loghi di Caritas Ambrosiana. Secondo le modalità indicate da ogni parroco, i sacchi vengono riempiti con indumenti e scarpe usati e portati nei centri di raccolta, container generalmente posizionati in oratorio o in luoghi di proprietà della parrocchia. Sabato 8 maggio i volontari, organizzati in squadre, portano i container nei 29 punti di raccolta sparsi sul territorio della diocesi e nei parcheggi delle stazioni ferroviarie di Erba, Garbagnate Milanese, Tradate, Busto Arsizio, Lecco e Monza. A questo punto il materiale raccolto viene preso in carico da una società specializzata nel recupero e riciclaggio. Il ricavato torna alla Caritas che lo utilizza per finanziare progetti sociali.
Nel 2009 hanno aderito 600 parrocchie (circa il 50% delle comunità della Diocesi di Milano) e tre mila volontari. Sono stati raccolti 700 mila chili di filato, il cui ricavato economico è stato destinato alle comunità di accoglienza per donne vittima di tratta.

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