lunedì 18 luglio 2011

Con 1.500 euro al cardinale il sindaco diventa guelfo


Mentre il ministro Tremonti afferma che si sta come sul Titanic, il Presidente Napolitano fa da scudo a Palazzo Chigi sotto attacco della speculazione affrettando addirittura pressioni sul direttore del Financial Times perchè non pubblichi un servizio fatale per il Belpaese, la classe politica mossa da resipiscienza operosa approva a tempo di record una manovra lacrime e sangue, leggo l'albo pretorio di Merate e resto di sasso per la scelta di Andrea Ambrogio Robbiani e confratelli.
Sì, perchè quanto hanno fatto in occasione dell'arrivo a Merate del Cardinale Gianfranco Ravasi, lo scorso 12 giugno, travalica lo stupore. Non la Giunta ma la collettività meratese ha infatti donato al neo porporato ben 1.500 euro per la sua opera di ''promozione e diffusione della cultura cattolica''.
Ebbene sì. Il Comune di Merate, ergo i suoi circa 15.000 abitanti residenti, hanno sborsato 1.500 euro affinchè il Presidente del pontificio Consiglio per la Cultura dello Stato Vaticano, tradotto: il ministro della Cultura della Santa Sede, stato talmente povero di risorse che trabocca di scandali legati alla gestione della genuina banca di casa, possa diffondere la cultura cattolica.
Da non credersi, ma è proprio così.
Non soddisfatto dell'8 per mille, che tuttavia resta una posta che il singolo contribuente sceglie autonomamente di devolvere alla Chiesa Cattolica, dimentico dell'abbuono sull'Ici, degli stipendi dei 22.000 insegnanti di religione e dei ricchi contributi degli enti locali, non pago delle esenzioni Irap e Ires e, suvvia, frustrato pure dai finanziamenti a carico degli italiani tutti per i Grandi eventi, ora il bilancio d'Oltretevere si rifà grazie alle fantasmagoriche casse di Palazzo Tettamanti che solidamente hanno retto Area Cazzaniga, nuovo municipio, dessert e caffè.
E se lo Stato italiano ogni anno dà al Vaticano 4 miliardi di euro, il costo omologo dell'intero ceto politico di casa nostra, Merate, che ora è più eguale, più salva, più pura, più devota, recita la sua litania. Finalmente la Giunta più cattolica del dopoguerra, tutta presente al momento del voto unanime, fa appuntare sul Gonfalone giallo-blu le chiavi emblema del Papato. Amministrata la Cresima ai ragazzini della parrocchia, Andrea Robbiani, Beppe Procopio e la rappresentanza in high uniform della Guardia svizzera, pardon, della Polizia locale rinfrancati dal loro contributo alla diffusione della cultura cattolica, sono in posa per la foto con Sua Eminenza il Cardinal Ravasi Monsignor Gianfranco, come il fedele segretario comunale lo ha nominato nella delibera. Ed è già un miracolo: i vigili sembrano più buoni, Procopio è rapito dallo Spirito (non alcolico) e un Robbiani ascetico che trascende la Padania intesse rapporti anche con l'Aldilà.
Da un mese l'intera città è più serena. I cattolici sono rinfocolati da una nuova vitalità. Un gruppo di atei gironzola per via Sant'Ambrogio e confidiamo che nei prossimi giorni varcherà il portone della prepositurale per recitare i vespri, gli agnostici tutte le mattine all'alba risalgono inginocchiati l'impervia scalinata del santuario d'Imbersago mentre i miscredenti affollano il chiostro di Sabbioncello d'intesa con gli scettici che dal santuario di Montevecchia pregano perchè tutti i sindaci della Brianza elargiscano contributi a Città del Vaticano.
Perchè tutti, ma proprio tutti i meratesi, che pro quota hanno sborsato quei benedetti 1.500 euro, ne hanno tratto enorme giovamento. Culturale e spirituale. Alla faccia dei principi, della laicità dello Stato e del rispetto delle regole: il magnanimo gesto della guelfa Giunta Robbiani che ha stanziato il contributo per la ''Cultura Cattolica'' con sacro beneplacito dell'avvocato Mario Blandino, ha compiuto l'opera più geniale che potesse.
E di fronte a tanto amorevole vivere, che importa se è stata finanziata con fondi pubblici una cultura di parte, com'è per definizione la cattolica, che non è compito dello Stato, figuriamoci di un Comune, promuovere le confessione religiose (art. 7 e 8 Costituzione), che importa se grazie alla giurisprudenza della Corte Costituzionale fin dai primi anni '80 che ha introdotto il principio supremo di laicità dello Stato questo finanziamento (seppure di soli 1.500 euro) apparirebbe discriminatorio verso le altre confessioni?
Del resto i miracolosi effetti superano abbondantemente il pregiudizio dello strappo alle regole: addirittura Andrea Ambrogio Robbiani starebbe per nominare Giovanni Battista Albani, di cui apprezza la vicinanza con Ravasi " sacro diffusore locale ". Non c'è che dire.
Peccato però che la delibera porti la data del 16 giugno e descriva l'evento, del 12, ovvero di quattro giorni precedenti, usando un verbo al futuro. Un pastrocchio. Per questo sembrerebbe che l'ufficio Tributi abbia richiesto al Vaticano il ristorno degli interessi, ovviamente al tasso ''sacrale''.
Un ultimo dubbio resta da chiarire. Il parroco di Sartirana, che per la festa patronale ha ricevuto 600 euro dovrà rendicontare le spese sostenute che dovranno essere almeno pari a quanto ottenuto. Ma a Sua Eminenza nessuno ha chiesto di far di conto. Perchè mai? Forse perchè... sempre allegri bisogna stare / che il nostro piangere fa male al re / fa male al ricco e al cardinale diventan tristi se noi piangiam...


Matrix

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