La decisione da parte dell’Amministrazione Comunale di Olgiate Molgora di rendere a senso unico via Pilata e le successive proteste dei Sindaci dei Comuni contermini con ricorsi al TAR e dei cittadini (talora trascese in vandalismi da deplorare) dimostra come il tempo dei campanilismi e della difesa del proprio orticello sia finito. Lo sviluppo urbanistico ha portato il Meratese ad essere una sola grande città diffusa. I confini non esistono più. Non solo nel senso geografico. Che uno abiti a Merate, a Olgiate, a Rovagnate non fa più differenza. Per questo occorre che ogni provvedimento sul traffico sia condiviso e valutato con tutto il Distretto. Il sistema viabilistico è come uno idraulico: se chiudo il rubinetto da una parte, l’acqua scorrerà da un’altra. E siccome la rete stradale è insufficiente ovunque se si argina la circolazione in un punto si riverseranno i problemi in quello accanto.
I Sindaci, o gli Assessori delegati, dovrebbero parlarsi di più e più spesso, lasciando da parte gli atteggiamenti provincialistici e le differenze di colore politico. Le strade non sono né verdi, né azzurre, né rosse, né bianche, a parte qualche dosso folkloristico. Purtroppo sono grigie come l’asfalto. L’Assemblea Permanente dei Sindaci del Meratese potrebbe essere la sede idonea e la proposta di un Piano Generale del Traffico Urbano unico lo strumento adatto, perchè con il buon senso e le impressioni degli Amministratori di turno non si va da nessuna parte e ci vogliono degli esperti ai quali affidarsi ma anche ai quali chiedere conto e risarcimenti se proponessero modelli errati.
Bisogna però anche evitare impostazioni ideologiche che cozzano con la realtà. Gli automobilisti usano la macchina soprattutto per andare al lavoro, non per giocare. Rendere la vita impossibile a chi guida significa mettere in difficoltà chi deve andare in fabbrica, in negozio, in ufficio, in giro per clienti, cioè chi cerca di guadagnarsi la pagnotta onestamente. Dieci minuti in più fanno la differenza, specialmente se bisogna accompagnare i figli a scuola, prenderli a catechismo, portarli a calcio… Purtroppo il servizio di trasporto pubblico non è in grado di sostituire i veicoli privati. Solo quando ci saranno autobus e treni a sufficienza si potranno “bandire” le auto. Allora delle due l’una: o si tollera il traffico, o si investe tutti, tutti, tutti, mettendo insieme le risorse, sulla mobilità pubblica.
E’ questione di scelte, perché i soldi sono pochi per tutti. O si spende per le luminarie o per il trasporto pubblico, o si spende per le consulenze sulla comunicazione o si spende per il trasporto pubblico, o si spende per il giornalino dei commercianti o per il trasporto pubblico, o si spende per comperare case da abbattere (come a Lomagna) o per il trasporto pubblico… Diecimila euro di qui, trentamila di là, altri duemilacinquecento di sopra, diciottomila di sotto, cinquantamila a spulciare bene tra i bilanci alla ricerca di interventi non essenziali, forse si riescono a mettere insieme tra tutti le risorse necessarie. Chissà, si potrebbe studiare il modo di sfruttare le corse vuote di ritorno degli scuolabus o dei servizi sociali, perché tutto può servire per ottimizzare, bisogna inventare soluzioni nuove per sperare di migliorare l’offerta… Quando i cittadini avranno gli mezzi alternativi alle vetture private per raggiungere il posto di impiego e di studio in tempi ragionevoli - ragionevoli, ragionevoli, non immediati - allora, solo allora, si potrà e dovrà inibire la circolazione veicolare.
Con un’avvertenza: il Meratese non è Milano, con centomila abitanti non è grande neanche come un quartiere di Milano e quindi non si possono pretendere gli stessi servizi e allo stesso prezzo di un polo attrattivo come Milano. Tanta gente è venuta in Brianza per cercare tranquillità lontano dalla metropoli e non può pretendere di avere nello stesso luogo il vedere e le bellezze paesaggistiche della periferia e insieme le comodità di un capoluogo di regione.
D.
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