Cismai, Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia e Terre des Hommes, entrambi portavoce in Italia della Giornata Mondiale per la Prevenzione dell’Abuso e della Violenza sui Bambini, con l’obiettivo di stimolare la diffusione di pratiche virtuose di prevenzione chiedono a tutti i Comuni d’Italia:
- di indossare “simbolicamente” un Fiocco Giallo in occasione della settimana mondiale per la prevenzione dell’abuso e della violenza sull’infanzia (13-19 novembre 2010);
- chiedono, altresì, di compiere 5 passi significativi a dimostrazione del proprio impegno concreto nella protezione dei bambini.
1) Adottare una Carta dei bambini che costituisca il riferimento primo su cui fondare tutte le politiche municipali e non solo quelle strettamente attinenti a servizi destinati all’infanzia.
2) Redigere un Rapporto all’anno sullo Stato dell’infanzia nel territorio, in cui si preveda una sezione specifica sui dati disponibili relativi alle situazioni di abuso e maltrattamento dei bambini sul proprio territorio e sulle situazioni di grave rischio.
3) Impegnare l’amministrazione comunale, in un periodo di ingenti tagli ai servizi, nella difesa dei capitoli di bilancio dedicati alla protezione dei bambini, in particolare quelli necessari alla tutela di minori maltrattati ed abusati.
4) Impegnare l’amministrazione nella definizione e approvazione di un piano di formazione per tutti gli operatori, a vario titolo e a vario livello, impegnati nell’educazione, crescita, accompagnamento dei bambini, che abbia ad oggetto la trasmissione di competenze per la prevenzione dei casi di abuso, maltrattamento, violenza e fornisca gli strumenti per identificare precocemente i casi di bambini a rischio e attivare una presa in carico efficace di coloro che sono già vittime.
5) Promuovere attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza in occasione della Campagna internazionale “IO Proteggo i bambini”.
Nel mondo 40 milioni di bambini sono vittime di abuso sessuale, 1,2 milioni all’anno vengono trafficati per essere schiavizzati in lavori pesanti o avviati alla prostituzione e ben 275 milioni hanno assistito ad atti di violenza domestica, diventandone spesso a loro volta vittime. Non c’è Paese che possa dirsi esente da tutto questo, nemmeno l’Italia, dove fenomeni come la tratta di bambini, il lavoro minorile, la prostituzione, la violenza in famiglia e fuori dalle mura domestiche, nelle sue più svariate manifestazioni, dilagano. L’Italia, infatti, registra sul proprio territorio oltre 7.200 minori non accompagnati, ma molti migranti bambini non vengono intercettati dai servizi sociali e, per questo, sono esposti ogni giorno al rischio delle più diverse forme di sfruttamento. In più, alcune stime parlano di 400.000 bambini che nel nostro Paese sono già vittime di sfruttamento lavorativo.
Con "abuso" si intende ogni forma di violenza perpetrata nei confronti di un bambino, nel senso più ampio possibile: dalla negligenza, alla trascuratezza, all’abbandono, al maltrattamento, alle più svariate espressioni e forme della violenza psicologica, fisica, sessuale, compiute da chi del bambino dovrebbe avere a cuore solo la protezione ed il benessere, essendo persona in cui il minore ripone la sua fiducia e verso il quale quindi è totalmente indifeso.
L’abuso, quindi, non attiene necessariamente alla sfera sessuale del minore, tutt’altro: per abuso è da intendersi qualsivoglia forma di violenza di cui un bambino possa essere vittima, causata da chiunque abbia un potere su di lui.
E questo, purtroppo, accade ogni giorno, ovunque.
Casa, famiglia, scuola e più in generale tutti quegli spazi comunitari in cui il bambino cresce e, ogni giorno, scopre il mondo che lo circonda, troppo spesso perdono il loro ruolo di protezione e a volte si traducono in luoghi di violenza e di sopraffazione. Per questo è fondamentale richiamare l’attenzione sul ruolo cardine che le istituzioni locali hanno nell’adottare politiche che – attraverso una prevenzione più efficace di questa dilagante violenza – diano un segnale forte di sviluppo e civiltà.
2) Redigere un Rapporto all’anno sullo Stato dell’infanzia nel territorio, in cui si preveda una sezione specifica sui dati disponibili relativi alle situazioni di abuso e maltrattamento dei bambini sul proprio territorio e sulle situazioni di grave rischio.
3) Impegnare l’amministrazione comunale, in un periodo di ingenti tagli ai servizi, nella difesa dei capitoli di bilancio dedicati alla protezione dei bambini, in particolare quelli necessari alla tutela di minori maltrattati ed abusati.
4) Impegnare l’amministrazione nella definizione e approvazione di un piano di formazione per tutti gli operatori, a vario titolo e a vario livello, impegnati nell’educazione, crescita, accompagnamento dei bambini, che abbia ad oggetto la trasmissione di competenze per la prevenzione dei casi di abuso, maltrattamento, violenza e fornisca gli strumenti per identificare precocemente i casi di bambini a rischio e attivare una presa in carico efficace di coloro che sono già vittime.
5) Promuovere attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza in occasione della Campagna internazionale “IO Proteggo i bambini”.
Nel mondo 40 milioni di bambini sono vittime di abuso sessuale, 1,2 milioni all’anno vengono trafficati per essere schiavizzati in lavori pesanti o avviati alla prostituzione e ben 275 milioni hanno assistito ad atti di violenza domestica, diventandone spesso a loro volta vittime. Non c’è Paese che possa dirsi esente da tutto questo, nemmeno l’Italia, dove fenomeni come la tratta di bambini, il lavoro minorile, la prostituzione, la violenza in famiglia e fuori dalle mura domestiche, nelle sue più svariate manifestazioni, dilagano. L’Italia, infatti, registra sul proprio territorio oltre 7.200 minori non accompagnati, ma molti migranti bambini non vengono intercettati dai servizi sociali e, per questo, sono esposti ogni giorno al rischio delle più diverse forme di sfruttamento. In più, alcune stime parlano di 400.000 bambini che nel nostro Paese sono già vittime di sfruttamento lavorativo.
Con "abuso" si intende ogni forma di violenza perpetrata nei confronti di un bambino, nel senso più ampio possibile: dalla negligenza, alla trascuratezza, all’abbandono, al maltrattamento, alle più svariate espressioni e forme della violenza psicologica, fisica, sessuale, compiute da chi del bambino dovrebbe avere a cuore solo la protezione ed il benessere, essendo persona in cui il minore ripone la sua fiducia e verso il quale quindi è totalmente indifeso.
L’abuso, quindi, non attiene necessariamente alla sfera sessuale del minore, tutt’altro: per abuso è da intendersi qualsivoglia forma di violenza di cui un bambino possa essere vittima, causata da chiunque abbia un potere su di lui.
E questo, purtroppo, accade ogni giorno, ovunque.
Casa, famiglia, scuola e più in generale tutti quegli spazi comunitari in cui il bambino cresce e, ogni giorno, scopre il mondo che lo circonda, troppo spesso perdono il loro ruolo di protezione e a volte si traducono in luoghi di violenza e di sopraffazione. Per questo è fondamentale richiamare l’attenzione sul ruolo cardine che le istituzioni locali hanno nell’adottare politiche che – attraverso una prevenzione più efficace di questa dilagante violenza – diano un segnale forte di sviluppo e civiltà.
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