venerdì 8 gennaio 2010

La "legge mancia" e il lago di Sartirana

Da Roma, grazie all’interessamento del Presidente della Camera Maurizio Lupi e alla mediazione del suo segretario Nicola Orsi e del consigliere di maggioranza Francesco Sangiorgio, sono arrivati all’Assessorato all’Ecologia di Merate 80 mila euro per la Riserva regionale del lago di Sartirana.
Premettiamo subito a scanso equivoci e per onestà che anche la precedente Amministrazione, la “nostra”, ha beneficiato della cosiddetta “legge mancia”, perché l’ex sindaco Giovanni Battista Albani ha ottenuto, grazie all’interessamento dell’onorevole Antonio Rusconi e del presidente della Commissione Bilancio della Camera Lino Duilio un contributo di 30 mila euro per la realizzazione del micro-nido della Scuola dell’infanzia di Pagano. I meccanismi burocratici e normativi non erano esattamente gli stessi, ma la sostanza non cambia.
Nonostante ciò siano nettamente contrari a questa metodologia, di cui ha goduto pure la Giunta di Dario Perego, sempre grazie all‘intervento di Lupi, per l‘allargamento di via San Vicenzo. La “legge mancia” è una sorta di lotteria truccata, che si vince solo in base alle conoscenze e alle amicizie politiche. Lo dimostra il fatto che i soldi sono piovuti anche su Barzanò, guarda caso amministrata sempre dal Centrodestra. Il meccanismo inoltre disperde importanti risorse che potrebbero essere utilizzate meglio e per interventi più importanti. Se c'è un fondo statale disponibile, derivante da contributi mai utilizzati e che quest‘anno ammontano a circa 100 milioni di euro, esso dovrebbe essere erogato mediante indizione di bando ed a fronte della presentazione di progetti specifici. Si dovrebbe stilare una graduatoria, così come per le altre richieste di finanziamento, nella massima trasparenza.
Tra l’altro nel caso specifico di Merate non sappiamo ancora a quale titolo sono stati “regalati” gli 80 mila euro per il lago di Sartirana: forse per la struttura di accoglienza turistica da ubicare alla foce e prevista dall'Amministrazione Albani per un importo di circa 50 mila euro. L’opera non inciderebbe sulla salvaguardia dell’oasi protetta che, purtroppo, sta diventando un parco giochi. Il lago è ciò che rimane di un invaso morenico che copriva tutta Cassina e Sartirana, ad eccezione della collinetta Lomeda. Come tale è quindi naturalmente destinato alla sparizione. Lo studio idrogeologico effettuato anni fa dall’idrobiologo dottor Negri, indicò due possibilità per cercare di "rallentare" il processo: lo sfangamento e/o l’immissione di acqua pulita, possibilmente di pozzo e, quindi, non clorata, al fine di aumentare il ricambio ed eliminare le sostanze organiche nocive. Lo sfangamento è stimato costare più di un milione di euro con tutti i problemi collaterali: effetti sulla fauna e la flora, la rimozione e lo stoccaggio dei fanghi per l’essiccamento, gli odori, eventuali depositi di inquinanti… La fleboclisi, invece, comporta lo scavare un pozzo nelle vicinanze del lago, installare una pompa di grande portata che succhi dalla falda ed immetta acqua nel lago; certamente 80 mila euro per l’intervento non sarebbero sufficienti. Massima attenzione deve essere posta al tema, perchè ogni modifica ad un ecosistema così fragile e delicato potrebbe dar luogo ad effetti non desiderati. Ci permettiamo di suggerire di utilizzare parte del finanziamento per uno studio di fattibilità degli interventi indicati. Per questo dall’Assessore all’Ecologia Massimiliano Vivenzio attendiamo di conoscere a cosa sono destinati i soldi.

Ernesto Passoni

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