Sembra proprio che da qualche tempo Nemesi, divina figlia della Notte nonché «flagello degli uomini mortali», definizione di Esiodo, abbia chiesto e ottenuto la cittadinanza padana. Vedi anche questa storia della laurea albanese del Trota, che pure rimanda e fa l' occhietto e comunque si pone in evoluta e controversa continuità con la finta laurea del papà del Trota; per quanto, a differenza del futuro senatùr, non risulta che Renzo Bossi abbia organizzato una festa per celebrare il suo trionfo all' Universiteti Kristal di Tirana. Ma non è questo, o meglio non è solo questo che spiega il volteggiare di Nemesi, di solito chiamata a punire con la spada eccessi e sregolatezze, sopra le tante magagne della Lega. E' che a proposito di albanesi all' inizio dell' estate 2009 proprio al Trota, fresco responsabile mediatico, venne attribuita la graziosa idea di insediare un videogame sulla pagina Facebook della Lega. Si chiamava «Rimbalza il clandestino» e mimando le norme del «pacchetto di sicurezza»- come l' ha ricostruito Furio Colombo nel suo recentissimo Contro la Lega (Laterza) - il giocatore era chiamato a impedire l' ingresso, la sopravvivenza, la casa, la scuola, il lavoro, il matrimonio, l' ospedale agli immigrati, dichiarati irregolari dalla Bossi-Fini. L' eventuale laurea non era contemplata. Il passatempo suscitò qualche protesta. «Attaccano mio figlio - disse Bossi - ma pensano a me». Del resto, prima che il Trota varcasse all' incontrario il canale di Otranto per coronare i suoi studi, il Senatùr invocava cannoniere e blocchi navali contro i barconi e gli albanesi «abituati a vivere sulle spalle degli altri». Insomma: « foeura di ball ». Il senatore Stiffoni, dal canto suo, quello appena espulso per la faccenda dei diamanti, è arrivato a rimpiangere il forno crematorio di Santa Bona, dalle sue parti, contro due clandestini protagonisti di una turpe vicenda. E se più o meno nello stesso periodo il barbaro sognante Salvini ha proposto vagoni della metro «per soli milanesi», una volta Borghezio, che non sogna tantissimo, salì su un treno per spruzzare insetticida su alcune donne - lui diceva prostitute - africane. Per Bossi chi veniva da quell' immenso continente si meritava perciò stesso un paio di nomignoli. Uno è «baluba», poi entrato nel lessico leghista per indicare i padani più ottusi, e l' altro è «bingo-bongo». Quest' ultimo simpatico appellativo il Senatùr l' ha usato in pubblico nel 2003, prima che gli venisse il coccolone. Dopo, sembrava inizialmente divenuto più buono, ma poi l' ha ridetto nel 2010, sempre riferendosi a negretti «capaci di piangere con un occhio e a ridere con l' altro. Io invece non faccio il furbo». Ma anche sull' Africa, oltre che sulla pretesa furbizia, si direbbe che Nemesi abbia lavorato con successo. Lo si deduce dalla vicenda dei milioni della Lega arrivati, guarda un po', in Tanzania. E lì addirittura rifiutati, magari da qualche «bingo-bongo», perché sospetti. Ce li aveva fatti arrivare, attraverso un assai discutibile giro, il tesoriere autodesignatosi «il più pazzo del mondo». E non per assumere la gabbia geografica mentale dei leghisti, ma così come Rosi Mauro è di Brindisi, Belsito è calabrese: non solo comprensibilmente legato alla sua splendida terra, ma purtroppo pare anche e soprattutto a certe pericolose organizzazioni che prosperano da quelle parti. E allora anche qui l' antica e spietatissima divinità preposta alla giustizia distributiva ha compiuto il suo terzo capolavoro: dopo aver ruggito contro gli insegnanti meridionali (che bocciavano il Trota), la Lega si ritrova ora legata mani e piedi niente meno che alla ' ndrangheta. Per aver detto molto, ma molto meno in tv, nel 2010 Saviano dovette subire una prolusione riparatoria di un impettito Maroni, con mosca sul mento, occhiali rossi e micropochette verde. A rivederlo col senno di poi su YouTube fa un certo effetto.
Filippo Ceccarelli
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