Cari amici,
dopo la vergognosa aggressione mediatica causata dall'articolo pubblicato giovedì 1 dicembre dal Corriere delle Sera a firma di Alessandra Arachi, inoltro la lettera interamente pubblicata oggi dal Corriere della Sera a parziale ma evidente smentita. Colgo l'occasione per ringraziare che tra di voi mi è stato vicino.
Chi accusa la mia moralità dimentica che mentre io, volontariamente, facevo controllare il mio bagaglio, qualcuno alle mie spalle, incaricato di garantire la sicurezza dei trasporti, si divertiva a fotografarmi e "distribuire" poi la foto al giornale amico.
Con amicizia,
Sen. Antonio Rusconi
Da "Il Corriere della Sera", 2 dicembre 2011, p. 49
In riferimento all'articolo "Sono senatore. Supera i controlli e si porta in aereo lo spumante”, a firma Alessandra Arachi, voglio essere molto chiaro: chiedo scusa per il mio gesto se questo può aver dato a qualcuno l’idea di privilegi ingiusti.
Ognuno ha la sua storia personale, la mia è quella di un “mediano” della politica che però da capogruppo in Commissione di maggioranza o opposizione, come relatore, ha sempre concepito il suo impegno parlamentare nella quotidianità. Non chiedo sconti, non ce ne devono essere per nessuno oggi, soprattutto in politica, penso però di non meritare il resoconto riportato nell'articolo sulla base di informazioni raccolte non si sa bene dove e come, e le parole che la giornalista mi ha rivolto ieri sera. Questo mi amareggia, più delle centinaia di email di insulti e accuse che ho ricevuto oggi, che raccolgo come un monito ad alzare il livello di severità e di moralità e ad evitare errori come questo.
Sono anch'io convinto che la brutta politica possa essere cambiata solo da una sana buona politica: ho cominciato da consigliere comunale, poi assessore, sindaco della mia comunità, responsabile dei Sindaci e poi parlamentare. Con la fortuna e forse un po’ di capacità di non essere mai sfiorato da uno scandalo, un avviso, una notizia negativa. Non vorrei essere giudicato o ricordato, per una bottiglia e vorrei piuttosto cercare di ristabilire la verità.
Ho troppa stima del suo quotidiano, che da tanti anni è anche il mio, per non pensare perciò di poter fare alcune precisazioni che aiutino una ricostruzione corretta dei fatti:
- Il titolo recita: “Superati i controlli”, ma in realtà, contrariamente al solito, sono entrato dal “controllo normale” per Linate e non da quello riservato alle autorità, proprio perché non vi era coda e non ritenevo che vi fosse nessun privilegio da chiedere.
- Ho avvertito io che c’era nel trolley una piccola bottiglia di prosecco, ben sigillata in confezione regalo, mi è stato chiesto se era possibile aprire la valigia e, ho un testimone a riguardo, ho comunicato che se non fosse stato possibile portarla a bordo, ero disponibile o a lasciare la bottiglia o a reimbarcare il trolley, spiegando non il valore economico ma affettivo che quel regalo rappresentava.
- Mi è stato risposto che la decisione spettava alle forze dell’ordine e il carabiniere in servizio, esaminata la chiusura del pacco, ha dato l’autorizzazione immediatamente. Il tutto è durato meno di due minuti.
- Si parla di tesserino di senatore esibito, ma non si cita per correttezza che essendo i nostri biglietti elettronici emessi dell’agenzia del Senato, sono accompagnati obbligatoriamente dal tesserino identificativo e inoltre la giornalista non scrive nell’articolo l’affermazione “Io sono un senatore”, che io non ho mai detto, e che però è riportata nel titolo.
Un'ultima riflessione: come mai le ragioni umane che ho esposto, non del parlamentare ma del cittadino, un’ora dopo erano di dominio pubblico?
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