Faccio seguito ai ragionamenti di questo periodo sul Piano di governo del territorio, in particolare sul tema del rilancio della città di Merate per inserire alcuni spunti che a mio avviso fino ad oggi non sono stati inseriti nel nel dibattito. L’assenza di tali aspetti la ritrovo anche nella discussione in atto a livello della Amministrazione in carica, che per ora ha svolto solo il lodevole compito di visitare le frazioni con l’ausilio dei tecnici, ma si è astenuta dall’affrontare un livello di riflessione su quale futuro potrebbe avere la città di Merate, diciamo nel prossimo decennio. Invito a riflettere sul verbo “potrebbe avere”, perché credo che la discussione non debba avere come punto di partenza la domanda “quali impieghi fare degli edifici esistenti” (Palazzo Prinetti, Villa Confalonieri...), perché non siamo chiamati a giocare una partita di monopoli per valorizzare l’esistente, ma ad di immaginare lo sviluppo della società meratese. Uso la parola società al posto di città proprio perché qui sta la differenza del pensiero che vorrei aggiungere a quanto sentito finora. In tale contesto se Palazzo Prinetti resterà vuoto per altri 10 anni , pazienza. Le forze di sviluppo sono nella società, si tratta di compiere uno sforzo di creatività per anticipare cosa potrebbe accadere, cercando di proporre progetti che hanno una possibilità reale di essere attuati.
Io invito a riflettere sui seguenti punti:
Io invito a riflettere sui seguenti punti:
- Il dato demografico indica che la popolazione di Merate di 14.831 abitanti è per 3.340 unità costituita da over 65 enni (il 22%), gli under 18 sono 2505 (il 16,8%) (nel 1982 erano il 26% della popolazione). Nei prossimi 10 anni questa percentuale di anziani è destinata a salire. Siamo proprio convinti che la priorità è l’offerta di cultura verso questa ampia fascia di età e non la salute, la sicurezza economica e personale?
- Prendere atto che è cambiato il riferimento del territorio circostante verso Merate; attenzione non è solo Merate che è rimasta ferma, ma sono anche gli altri che si sono mossi. Cosa significa svolgere un ruolo nel territorio? Significa averne la volontà, le capacità e le possibilità. Merate aveva una leadership nella misura in cui promuoveva ed offriva dei servizi agli altri Comuni del territorio; la politica di risparmi attuali vede Merate espellere i non residenti da molteplici opportunità presenti a Merate (evitiamo anche di farli passare sulle nostre strade). Non apro l’argomento Ospedale centro di potere tolto/perso dal meratese.
- Quanto della crisi iniziata nel 2008 modificherà il modo di vivere dei meratesi?
Credo sia necessario offrire ai cittadini degli scenari che raccontino lo sviluppo della città e delle conseguenti scelte e questo è compito della politica non degli estensori del Pgt. Faccio un esempio:
Merate si accorge che invecchiare significa indebolirsi, promuove l’insediamento dei nuovi nuclei familiari (limitando il consumo di suolo o forse non è neppure necessario costruire, dato l’alto numero di sfitto presente) e promuove l’integrazione degli stranieri (prima o poi bisogna farsene carico qualunque giunta governi, perchè vi sono 293 minori stranieri su 2.505 under 18 meratesi pari il 11,7%). L’economia stagna o tiene con ritmi di crescita troppo bassi (0,4%-0,8% annuo) per altri 5 anni, nel frattempo gli stranieri vengono progressivamente costretti al rientro in patria, le aziende manifatturiere non si riprendono dalla caduta dei fatturati del 20-30% e proseguono nella loro espulsione dei lavoratori over 45 anni (e in massima parte delle lavoratrici). Questi cercano sistemazioni nel lavoro in nero. C’è spazio di intervento?
Le istituzioni promuovono la riqualificazione di questo personale, quindi Merate si candida a svolgere un ruolo nella formazione professionale per adulti anzi dialoga con le realtà produttive e le loro associazioni per sostenere la formazione professionale e l’artigianato, affinché possano tornare ad essere fonte di occupazione giovanile e non.
Quindi dico no allo spostare Collegio Manzoni, sì a dedicarsi all’impegno verso una scuola professionale di qualità.
Merate si accorge che invecchiare significa indebolirsi, promuove l’insediamento dei nuovi nuclei familiari (limitando il consumo di suolo o forse non è neppure necessario costruire, dato l’alto numero di sfitto presente) e promuove l’integrazione degli stranieri (prima o poi bisogna farsene carico qualunque giunta governi, perchè vi sono 293 minori stranieri su 2.505 under 18 meratesi pari il 11,7%). L’economia stagna o tiene con ritmi di crescita troppo bassi (0,4%-0,8% annuo) per altri 5 anni, nel frattempo gli stranieri vengono progressivamente costretti al rientro in patria, le aziende manifatturiere non si riprendono dalla caduta dei fatturati del 20-30% e proseguono nella loro espulsione dei lavoratori over 45 anni (e in massima parte delle lavoratrici). Questi cercano sistemazioni nel lavoro in nero. C’è spazio di intervento?
Le istituzioni promuovono la riqualificazione di questo personale, quindi Merate si candida a svolgere un ruolo nella formazione professionale per adulti anzi dialoga con le realtà produttive e le loro associazioni per sostenere la formazione professionale e l’artigianato, affinché possano tornare ad essere fonte di occupazione giovanile e non.
Quindi dico no allo spostare Collegio Manzoni, sì a dedicarsi all’impegno verso una scuola professionale di qualità.
Cesare Perego
Consigliere comunale di
Insieme per Merate
Consigliere comunale di
Insieme per Merate
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