mercoledì 31 marzo 2010

Antenna di Sartirana: la precedente Amministrazione ha fatto il possibile

Nel corso del Consiglio comunale di ieri sera, martedì 30 marzo, è stata discussa la nostra interrogazione sulla stazione radio base per la telefonia mobile di Sartirana. I nostri Consiglieri si sono dichiarati soddisfatti delle spiegazioni rese, ma riteniamo opportuno precisare qualche inesattezza del Sindaco, che ha rimproverato la precedente Amministrazione di non essersi adoperata nel modo giusto per cercare di evitare l'installazione del ripetitore.
La precedente Amministrazione o, più esattamente, lo Sportello unico per le Attività produttive dell' Ufficio tecnico, non ha approvato il progetto "Nokia-Siemens" e tanto meno concesso il relativo Permesso di costruire, perchè la sentenza del Tar, giunse alla fine della legislatura. lasciando due possibilità: o l'appello al Consiglio di Stato o l'accettazione della sentenza e conseguenti rilasci dei Permessi ambientale e di costruire. La nuova Amministrazione ha optato per la seconda alternativa.
Nel caso di Merate, che è soggetta al vincolo ambientale, non vige l'istituto del silenzio/assenso, allo scadere dei 90 giorni dalla presentazione della domanda di permesso; vige l'istituto contrario allorquando non è concesso il nulla osta ambientale. Vige, cioè, il silenzio/dissenso, tanto che il Tar, cui ricorse il richiedente, diede ragione al Comune non concedendo la sospensiva rispetto al diniego, posto dallo stesso Comune, al non inizio dei lavori. In buona sostanza lo Sportello Unico ha seguito la corretta procedura. Non è vero che la precedente Amministrazione non propose una diversa allocazione; la propose in via Limito, vicino all'acquedotto ex Ciab, in posizione più defilata e lontana dalle abitazioni, ma il Tar fu di parere contrario.
Tornando a tempi più recenti ed andando nel concreto del fare, riteniamo assurdo che, a sette mesi di distanza dall'inizio del funzionamento del ripetitore, non sia stata effettuata alcuna misura di campo elettrico per verificarne la corrispondenza con i dati progettuali. Già nella Commissione Ambiente e Territorio dello scorso gennaio l' Amministrazione annunciò l' assegnazione di un ordine ad una società privata per il monitoraggio continuo e triennale del campo elettrico ma, dopo tre mesi, l' ordine non è stato ancora assegnato. Non si capisce perché, nel frattempo non si è chiesto, ufficialmente, all' Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpèa) di effettuare misure, ancorché spot. L'Arpa è un ente regionale, quindi pubblico che, su richiesta del Comune effettua, gratuitamente, le misure. Non si capisce, inoltre, perché rivolgersi a società private che comportano un esborso di denaro pubblico (13,500 € in tre anni).

NOTE A MARGINE

In sintesi i fatti si sono così succeduti:
  • 2004: richiesta Siemens (per conto Wind) di installazione di palo antenna alto 35 m + stazione a terra su area 10x10 mq in via Fontane.
  • Effettuate più riunioni in Commissione Edilizia e parere negativo per impatto ambientale (corridoio ecologico in procinto di entrata nel parco Adda Nord).
  • 2005: contestuale parere negativo dalla Sovrintendenza di Milano (Ministero dei Beni Ambientali) nella persona dell'architetto De Stefani
  • Parere positivo Arpa per quanto di competenza: campo elettrico nelle zone abitate <>
  • 2006. per l'aspetto ambientale, simulazione (Siemens e Comune) con pallone vincolato ad un filo ed ulteriore parere negativo della Commissione Edilizia
  • Inizio procedura legge telecomunicazioni (Gasparri) con il secondo passo (il primo è la Commissione Edilizia), cioè la Conferenza dei Servizi cui partecipano gli attori interessati (richiedente, comune, sovrintendenza, Arpa): a maggioranza degli Enti (Comune e Sovrintendenza) viene ribadito il diniego
  • 2008: terzo passo previsto dalla Legge con riunione presso il Ministero (partecipò il responsabile dell'Ufficio tecnico comunale architetto Ronchi) e decisione salomonica: da una parte il servizio di telefonia mobile deve essere garantito, dall' altra il Comune può individuare un posto meno invasivo, ma pur sempre idoneo allo scopo.
Nel frattempo (2007) ed in parallelo con l'iter legislativo, "Siemens" ritiene il comune inadempiente per cui invia una Dichiarazione di inizio attività (Dia), accingendosi alla installazione; il Comune si oppone, perché non è stata concessa l'autorizzazione ambientale. "Siemens" ricorre al Tar chiedendo una sospensiva del diniego comunale, sospensiva che non viene concessa, perché il Tar ritiene che il Comune, di concerto con la Sovrintendenza, abbia agito correttamente, in quanto il suo territorio è vincolato ai sensi della Legge 1497/1939 riguardo alla salvaguardia paesaggistica. In sostanza il Tar dà ragione al Comune per la negazione all' inizio dei lavori.
Il Comune individua, con sopralluogo del Sovraintendente, un posto alternativo in via Limito (al confine con Calco) presso l'acquedotto ex CIAB ed ora Idrolario (più defilato e meno invasivo ambientalmente), segnalando al TAR detta possibilità.
Il Tar entra nel merito della questione ed, in sostanza, ritiene prevalente l'esigenza di pubblico servizio (Legge Gasparri e successive modifiche) rispetto alla valenza ambientale; ribalta la sentenza precedente e dà ragione a Siemens che ha facoltà di iniziare i lavori nel posto dalla stessa indicato (via Fontane).

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