Prendersela con la società dei treni (Trenord ? Trenitalia ? Ma che differenza c’è?) è un po’ come “sparare sulla Croce Rossa”, come si usare dire. Sarebbe utile migliorare la situazione. Una ricetta, onestamente, non c’è e non ci può essere; non è una situazione in cui si può dire cosa fare e come farlo usando un elenco a punti. Però è chiaro che i treni stanno iniziando una rinascita e un nuovo sviluppo: il sistema dei trasporti pubblici è nell’agenda dell’attuale Governo e nelle priorità dell’ Europa. Dall’ alta velocità al trasporto merci, dai lavoratori ai viaggi per vacanze, sulla media distanza è probabile che il treno batterà l’aereo. E’ anche inutile evidenziare che il trasporto pendolari ha nel suo futuro pochissime automobili. Tuttavia gli enti locali potrebbero e dovrebbero svolgere un ruolo di primissimo piano in questa riorganizzazione, o meglio sarebbe dire in questo radicale ripensamento: sono i più vicini alla questione, sono quelli che possono più agevolmente catalizzare le diverse necessità corrispondenti ai diversi territori. Invece i Comuni e la Provincia non si fanno sentire, non sembra abbiano idee. E pure se ne potrebbero avere tante: privatizzazione, liberalizzazione, società pubblica locale… tanti davvero i modelli applicabili (perché non una metropolitana di lungo raggio? La metro di Milano è lunga 83 km e Merate-Cascina Gobba sono meno di 30). Sicuramente c’è tanto di cui discutere perché molte soluzioni proposte saranno assurde e altre benché di moda drammaticamente inutili, ma vale la pena cominciare. Anche in questo settore il silenzio è assordante, mancano le idee!
Edoardo Zerbi
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