mercoledì 16 novembre 2011

I sette peccati capitali che hanno portato alla fine inglosriosa di un Governo

Il programma elettorale che l' On. Silvio Berlusconi presentò nella campagna elettorale 2008 era imperniato su sette punti cardine; vediamo sinteticamente detti punti ed i risultati ottenuti.
  1. Rilanciare lo sviluppo: non c'è bisogno di dimostrare che detto rilancio non ci sia stato anche perché il cattivo andamento dell'economia è comune a tutto il mondo sviluppato. L'aspetto assurdo è stato quello di avere sempre negato il problema asserendo che l'Italia costituiva una virtuosa eccezione; il Prodotto Interno Lordo è stagnante e la disoccupazione, specialmente giovanile, aumenta.
  2. Sostenere la famiglia: al di là di un fiume di parole, le famiglie non sono state sostenute e, ad eccezione del 10% di popolazione che detiene il 50% delle ricchezze private del Paese, esse hanno sempre minore potere d'acquisto e molte regrediscono alla soglia di povertà.
  3. Maggiore sicurezza e giustizia: ad eccezione della cattura di diversi mafiosi ed alla requisizione dei loro beni, la sicurezza dei cittadini non è aumentata; sono stati effettuati tagli rispetto alle esigenze delle Forze dell' Ordine (benzina e manutenzione dei mezzi) ed anche noi del Meratese ce ne accorgiamo. Riguardo alla giustizia, ad eccezione delle leggi personali, il suo farraginoso funzionamento non è migliorato e le carceri rigurgitano di detenuti in condizioni inumane e che sono in contrasto con la Costituzione.
  4. Migliorare i servizi ai Cittadini: nessuno si è accorto di un miglioramento nel rapporto dei Cittadini con la Pubblica Amministrazione; rimane sempre una pesante burocrazia pur vivendo nell'era dell'informatica. Ad esempio nel campo della sanità era stato promesso che le Regioni avrebbero eliminato le liste d'attesa (sic!); in Lombardia, almeno, ciò si solo verifica per le prestazioni private. Riguardo all'ambiente sono stati pesantemente tagliati i fondi anche rispetto agli interventi idrogeologici con i risultati che sono davanti agli occhi di tutti.
  5. Diminuire il divario economico Nord- Sud: erano state varate Leggi Obiettivo (già dal 2001) volte ad incentivare l'economia del Sud nel turismo, l'agricoltura, le infrastrutture ed a creare poli di eccellenza per la ricerca e l'innovazione. Non pare che lo stato di attuazione sia confortante tant'è che le statistiche certificano l'aumento del divario.
  6. Il federalismo: è stato avviato un faticoso processo di produzione legislativa: approvati i Decreti Legislativi sul federalismo demaniale, su Roma capitale e sui fabbisogni standard per gli Enti Locali; ne mancano altri specialmente quello sull'autonomia tributaria di Regioni e Province. Ci vorranno anni prima di dare loro attuazione.
  7. Finanza Pubblica: l'obiettivo era di ridurre il debito pubblico, salito invece, in tre anni dal 103 % (2007) al 120 % (2011) del Prodotto Interno Lordo; di questi giorni la lievitazione del rendimento dei titoli di stato sopra il 5% e peseranno per 100 miliardi Euro nel 2012 allo Stato per il pagamento del debito di 1.900 miliardi; la riorganizzazione e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, per una minore burocrazia anche in relazione al rilancio dell'economia, non hanno portato a tangibili risultati. La pressione fiscale che il Governo era stato previsto di portare dal 43 al 40%, sta salendo verso il 44% del Prodotto Interno Lordo. Stendiamo un velo pietoso su promesse acchiappavoti quale, ad esempio, l'abolizione del bollo auto; come le altre, promesse non mantenibili a causa dei vincoli economici e, quindi, non mantenute
In conclusione possiamo affermare che gli obiettivi prefigurati dal Governo non sono stati raggiunti; il giudizio complessivo è quello di un Governo che ha operato con molta sciatteria, molta superficialità, poco rigore e poco senso dello Stato. Amaro è constatare come sia stata l'insensatezza governativa nel non riconoscere lo stato di crisi dell'Italia descritta, invece, come un'isola felice, a portare il nostro Paese all'attuale disastro.

Ernesto Passoni

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