Il programma elettorale che l' On. Silvio Berlusconi presentò nella campagna elettorale 2008 era imperniato su sette punti cardine; vediamo sinteticamente detti punti ed i risultati ottenuti.
- Rilanciare lo sviluppo: non c'è bisogno di dimostrare che detto rilancio non ci sia stato anche perché il cattivo andamento dell'economia è comune a tutto il mondo sviluppato. L'aspetto assurdo è stato quello di avere sempre negato il problema asserendo che l'Italia costituiva una virtuosa eccezione; il Prodotto Interno Lordo è stagnante e la disoccupazione, specialmente giovanile, aumenta.
- Sostenere la famiglia: al di là di un fiume di parole, le famiglie non sono state sostenute e, ad eccezione del 10% di popolazione che detiene il 50% delle ricchezze private del Paese, esse hanno sempre minore potere d'acquisto e molte regrediscono alla soglia di povertà.
- Maggiore sicurezza e giustizia: ad eccezione della cattura di diversi mafiosi ed alla requisizione dei loro beni, la sicurezza dei cittadini non è aumentata; sono stati effettuati tagli rispetto alle esigenze delle Forze dell' Ordine (benzina e manutenzione dei mezzi) ed anche noi del Meratese ce ne accorgiamo. Riguardo alla giustizia, ad eccezione delle leggi personali, il suo farraginoso funzionamento non è migliorato e le carceri rigurgitano di detenuti in condizioni inumane e che sono in contrasto con la Costituzione.
- Migliorare i servizi ai Cittadini: nessuno si è accorto di un miglioramento nel rapporto dei Cittadini con la Pubblica Amministrazione; rimane sempre una pesante burocrazia pur vivendo nell'era dell'informatica. Ad esempio nel campo della sanità era stato promesso che le Regioni avrebbero eliminato le liste d'attesa (sic!); in Lombardia, almeno, ciò si solo verifica per le prestazioni private. Riguardo all'ambiente sono stati pesantemente tagliati i fondi anche rispetto agli interventi idrogeologici con i risultati che sono davanti agli occhi di tutti.
- Diminuire il divario economico Nord- Sud: erano state varate Leggi Obiettivo (già dal 2001) volte ad incentivare l'economia del Sud nel turismo, l'agricoltura, le infrastrutture ed a creare poli di eccellenza per la ricerca e l'innovazione. Non pare che lo stato di attuazione sia confortante tant'è che le statistiche certificano l'aumento del divario.
- Il federalismo: è stato avviato un faticoso processo di produzione legislativa: approvati i Decreti Legislativi sul federalismo demaniale, su Roma capitale e sui fabbisogni standard per gli Enti Locali; ne mancano altri specialmente quello sull'autonomia tributaria di Regioni e Province. Ci vorranno anni prima di dare loro attuazione.
- Finanza Pubblica: l'obiettivo era di ridurre il debito pubblico, salito invece, in tre anni dal 103 % (2007) al 120 % (2011) del Prodotto Interno Lordo; di questi giorni la lievitazione del rendimento dei titoli di stato sopra il 5% e peseranno per 100 miliardi Euro nel 2012 allo Stato per il pagamento del debito di 1.900 miliardi; la riorganizzazione e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, per una minore burocrazia anche in relazione al rilancio dell'economia, non hanno portato a tangibili risultati. La pressione fiscale che il Governo era stato previsto di portare dal 43 al 40%, sta salendo verso il 44% del Prodotto Interno Lordo. Stendiamo un velo pietoso su promesse acchiappavoti quale, ad esempio, l'abolizione del bollo auto; come le altre, promesse non mantenibili a causa dei vincoli economici e, quindi, non mantenute
In conclusione possiamo affermare che gli obiettivi prefigurati dal Governo non sono stati raggiunti; il giudizio complessivo è quello di un Governo che ha operato con molta sciatteria, molta superficialità, poco rigore e poco senso dello Stato. Amaro è constatare come sia stata l'insensatezza governativa nel non riconoscere lo stato di crisi dell'Italia descritta, invece, come un'isola felice, a portare il nostro Paese all'attuale disastro.
Ernesto Passoni
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