Riceviamo e pubblichiamo
La cerimonia di assegnazione delle Benemerenze Civiche è stato uno squallore che più squallore non si poteva: salone delle adunanze intitolato all’Ing. Luigi Zappa semideserto, nessun canto o esibizione concertistica, rinfresco ridotto all’osso, discorsi di circostanza anzi politico-elettorale… L’impressione è stata che gli Ambrogini siano stati dati solo perché si doveva darli ma il Sindaco ne avrebbe fatto volentieri a meno solo che un padano non può commettere lo scivolone di infrangere le tradizioni locali. Peccato, per i premiati innanzitutto, che si meritavano molto più calore ed entusiasmo. Ok, c’è la crisi, mettiamoci pure l’austerity per gli enti municipali, aggiungiamoci la “noia” di un rito laico, ma la responsabilità principale è soprattutto di un borgomastro che sta allontanando la popolazione dalla vita cittadina. Palazzo Tettamanti dall’edificio di cristallo rasparente che doveva essere è diventato una “casa chiusa”, chi governa decide senza consultare nessuno, i candidati alle Benemerenze sono stati scelti come al solito d’imperio da chi detiene il comando senza considerare le proposte che pure erano state sollecitate… Il risultato è che la gente si è disaffezionata e non partecipa più ai Consiglio Comunali, alle Commissioni, alle assemblee di frazione e ai momenti di celebrazione pubblica. Il capo di una Giunta leghista (il PdL ha un ruolo sempre più marginale) che dovrebbe avere un occhio di riguardo per l’identità e la coesione sta “distruggendo” lo spirito di comunità. Persino gli eventi che prima erano affidati alle associazioni di Merate adesso vengono tutti “appaltati” alle associazioni di fuori, di Robbiate specialmente. Non signor Sindaco, per rilanciare le Benemerenze Civiche non serve come ha proposto coinvolgere personalità provinciali o regionali, esiste già l’istituto della Cittadinanza Onoraria che in passato è stato utilizzato diverse volte. Non serve neanche rivedere il regolamento. Basta tornare a coinvolgere i cittadini, interpellarli sulle scelte che contano, permettere loro di contribuire al miglioramento della Città. Dei “salvatori della Patria”, gli “uomini forti di potere”, i “decisionisti”, quelli che pretendono sempre l’ultima parola ed hanno l’arroganza di tirare sempre dritti per la loro strada solo perché eletti non sappiamo proprio che farcene. Vogliamo poter tornare a poter dire la nostra, confrontarci, esprimerci, sentirci interpellati, essere importanti come singoli per la nostra Merate.
Anonimo
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