“Panem et circenses”, il “panem” manca, rimangono solo i “circenses” del circo politico di Andrea Robbiani & company. Mentre fuori dalla porta della Caritas c’è la fila di stranieri e italiani che non hanno da mangiare e altrettanto avviene agli sportelli dei servizi alla persona comunali, il borgomastro e il suo delfino Giuseppe Beppe Procopio pensano all’ampliamento della piscina comunale.
E’ un’opera talmente importante che nel piano triennale dei lavori pubblici presentato mercoledì sera in assise comunale è classificato addirittura con una priorità maggiore rispetto al Cdd, il Centro per disabili di via Fratelli Cernuschi del quale si parla da tre anni senza che si sia fatto niente.
I generali delle truppe verdi-azzurre sostengono che è una struttura sociale e che bisogna fare in fretta per non perdere l’opportunità di un finanziamento. Tornano in mente i tempi di Palazzo Tettamanti, quando in una manciata di giorni si approntò un progetto fallimentare con il miraggio di un contributo mai arrivato e che si sta tutti pagando con l’ennesima “eterna incompiuta“, proprio come accaduto piazza Monsignor Natale Basilico alias Area don Cesare Cazzaniga.
Di certo cè solo che occorrerà cominciare a pagare un leasing di 250mila euro con denaro di tutti i contribuenti, mentre gli incassi dell’impianto andranno dritti nelle tasche dei futuri gestori.
E a proposito di soldi di tutti: perché i costi del centro di refezione scolastica che è un servizio di primaria importanza devono ricadere interamente sugli utenti, mentre noi tutti ci si deve sobbarcare il prezzo di un tuffo e di qualche bracciata in acqua? Questione di scelte.
Ma se i pidiel-leghisti, che hanno cominciato a trasmettere il primo degli spot elettorali, pensano di recuperare il consenso perduto in una legislatura disastrosa e vincere le prossime elezioni con i giochi da circo, probabilmente si sbagliano, perché ai cittadini che hanno fame non si può rispondere “S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche” - Se non hanno il pane che mangino brioche - come Maria Antonietta, che tra l’altro fece una brutta fine…
Marco Airoldi
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