giovedì 5 gennaio 2012

Cittadini date una mano a far rinsavire i nostri amici leghisti

Dopo lunga presentazione di come è costruito il meccanismo della nuova imposta IMU nella versione del decreto “Salva Italia” del Governo di Mario Monti in carica ricordo, dal 16 Novembre 2011, Andrea Robbiani dichiara: “I Comuni avranno minore entrata rispetto a prima e rispetto a quanto previsto, invece, dalla precedente versione del federalismo fiscale”. Aggiunge inoltre che “è il rovesciamento completo della logica federalista”. Quindi per uscire dal tecnicismo dell’argomento, il Sindaco sostiene che esiste un federalismo fiscale buono, quello precedente l'attuale Governo, che è stato votato dalla Lega, ed uno da combattere oggi perché “snaturato”.
Il giudizio o meglio l’argomento buono da campagna elettorale è campato per aria.
Per prima cosa la prima versione concreta (non quella teorica del decreto di Aprile) del federalismo fiscale prese forma con la manovra di agosto del Governo di Centrodestra di Silvio Berlusconi. Se avesse letto lo studio IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale) datato 24 ottobre 2011 dedicato all’ultima manovra di Silvio Berlusconi (tempi in cui la crisi non esisteva secondo i loro uomini al Governo) avrebbe potuto accorgersi prima che le cose erano impostate già in questo modo. L’IFEL è l’ente-studi dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.(ANCI), quindi assolutamente non partigiano. Questo studio a proposito dello sblocco delle aliquote IRPEF e dell'autonomia tributaria e sulla sottostima dell’aliquota IMU affermava che “I comuni diventano esattori dello Stato e attraverso le imposte locali (destinate a finanziare i servizi) si contribuisce al risanamento delle finanze pubbliche”. “In questo modo, invece di incentivare i comportamenti responsabili dei sindaci con il federalismo fiscale, si comprime e si condiziona l’autonomia tributaria”. Questo veniva affermato perché l’ultima manovra di Silvio Berlusconi concedeva lo sblocco dell’addizionale IRPEF ed insieme inaspriva gli obiettivi del patto di stabilità.
Sulla realizzazione del passaggio all’IMU, che già si prevedeva di applicare a tutti gli immobili, già si sapeva che si doveva operare in modo da garantire un gettito (11.570 milioni di euro) derivanti da gettito ICI e componente immobiliare dell’IRPEF. Garantire un gettito non è questione che si possa risolvere andando all’opposizione ed esponendo cartelli di protesta al Senato ed alla Camera. L’aliquota ordinaria dell’IMU era già del 7,6 per mille. Quindi non esiste un primo tempo “alba del federalismo fiscale ispirato dalla Lega, solutore dei problemi” ed un secondo tempo di “tramonto del federalismo fiscale”, utile obiettivo di propaganda. Federalismo fiscale e debito pubblico erano e sono inestricabilmente uniti.
E’ stata una falsità propinata dalla Lega sostenere che esistesse un federalismo a costo zero per i cittadini. Il Centrodestra non ha voluto agire sullo squilibrio rappresentato da uno stato troppo spendaccione, prima di passare al federalismo fiscale. L’esempio più chiaro dell’incomprensione di questa fragilità dei conti pubblici italiani e quindi di qualsiasi politica che voglia trasformare l’Italia è stata la cancellazione dell’ICI.
Concludo:
  1. la Lega, se fosse stata veramente non attaccata alle poltrone, avrebbe fatto cadere il Governo di Silvio Berlusconi proprio sullo squilibrio tra i sacrifici imposti agli enti locali e quelli applicati agli apparati centrali , sacrifici che mi sembra dimentichino siano necessari per risolvere l’emergenza finanziaria del paese che sembra non li riguardi (dicono “è colpa dei banchieri”)
  2. la Lega, che ha sempre dichiarato di avere grande lettura di cosa avviene “nei territori”, non ha mai detto una parola su come la crisi stava crescendo e di cosa produrrà nel mondo del lavoro, e ad agosto ha messo in piedi la buffonata degli inutili trasferimenti a Monza dei ministeri invece di stare con i piedi per terra
  3. la Lega è nata soprattutto per dare voce alla richiesta di pagare meno tasse, quindi con una certa nostalgia rientra nel suo alveo dichiarando che l’IMU non va pagata.
Peccato che la lunga permanenza al Governo non l’abbia vista mai capace di operare in tal senso.
Ma prepariamoci ad un nuovo tema prodotto dal cerchio magico ispiratore del Sindaco Andrea Robbiani.
Un nuovo spettro si aggira nell’agenda legista: usciamo dall’Euro, facciamo l’Europa dei territori (leggete cosa avviene in Ungheria) ed andiamo per conto nostro.
Cittadini date una mano a far rinsavire i nostri amici leghisti.

Cesare Perego
Capogruppo Consiliare di Insieme per Merate

mercoledì 4 gennaio 2012

La manutenzione del... rosso

Riceviamo e pubblichiamo

E’ da mesi, mesi, non giorni, non settimane, mesi!!!, che i semafori all’incrocio tra le vie Trieste-Giuseppe Verdi-Filippo Turati-Alcide De Gasperi non funzionano. Alcune lampade che servono quando sì è in mezzo all’intersezione sono bruciate. Se c’è qualcuno della Polizia Locale o dell’Ufficio Tecnico per favore batta un colpo e intervenga!!! Assessore ai Lavori Pubblici dove sei finito?!? Assessore alla Ricreazione Giuseppe Procopio il tempo delle vacanze è finito: Lei che abita lì vicino si è accorto diq uello che succede sotto casa Sua?!? Per cortesia può fare qualcosa?!? Stiamo parlando di luci, dovrebbe essere semplice svitare una lampadina e non credo costi poi tanto... Dove sono finiti i pidielpadani dell’amministrazione del fare, della Merate “vivibile… sicura”, della “gestione del quotidiano”, del “nel centro come nelle frazioni porremo attenzione agli aspetti della sicurezza, cura, pulizia e manutenzione ordinaria del verde, delle strade, dei marciapiedi, della pubblica illuminazione” (citazioni tratte dal programma elettorale di Andrea Robbiani Sindaco di Merate).. Qui non solo non c’è “manutenzione del verde” ma neanche la manutenzione del semaforo rosso!

Un cittadino

martedì 3 gennaio 2012

I ristoranti sono vuoti

Il 13 dicembre sono stati presentati a Roma dall’INPS i dati relativi al “bilancio sociale 2010”, da cui si apprende che la spesa per le pensioni è stata nel 2010 di 191,2 miliardi di euro (5 miliardi in più rispetto all’anno 2009). Ma altri sono i numeri da conoscere:
  • 227.292 persone under 30 anni hanno perso il lavoro.
  • I lavoratori dipendenti del settore privato che lo scorso anno hanno avuto a che fare con gli ammortizzatori sociali sono stati tremilioni e ottocento mila (3.800.000), circa un terzo dei 12,6 milioni assistiti dall’INPS.
Pertanto la spesa per i sussidi è stata di 20,4 miliardi di euro, cresciuta del 10% rispetto all’anno prima. La spesa per la cassa integrazione è stata di 7 miliardi (coinvolti 1,5 milioni di lavoratori) quella per la disoccupazione di 11,1 miliardi (2,1 milioni di persone interessate) e quella di mobilità di 2,3 miliardi (coinvolte 200.000 lavoratori).
Questi sono soldi con cui si paga la “coesione sociale”.
Questi costi a carico dell’INPS sono giusti, ma impropri, vanno a manomettere l’equilibrio dell’ente che deve garantire redditi decenti alle generazioni più giovani.
Il mio timore è che i giovani “fregati”si disferanno della democrazia.
Il nostro ex Presidente del Consiglio Silvo Berlusconi ,(ex Presidente-operaio), poche settimane fa in conferenza stampa dopo un vertice europeo, sosteneva con ottimismo gratuito, che il benessere degli italiani era certificato dai ristoranti pieni (ne ha chiuso uno a Merate in questi giorni), e per la folla che intasava le strada nei ponti. Oggi dalla radio sento come si preveda per l’Italia nel 2012, una diminuzione del PIL dell’ 1,7%. Enorme.
In questi giorni di rabbia dei cittadini verso la politica, palesemente in difesa dei suoi privilegi, e di sconclusionate sceneggiate di una Lega di opposizione, c’è qualcuno che può rispondere a queste domande: ma la classe dirigente di questo Paese, mentre l’INPS raccoglieva questi dati, in che paese viveva? E’ colpa delle televisioni e del “grande comunicatore”?
“Quasi nulla di ciò che io sono stato educato a ritenere vitale e permanente , quasi nulla di tutto questo è rimasto in piedi. Tutto ciò che ritenevo impossibile, ebbene, tutto questo è accaduto.” Questo scrisse Churchill negli anni Trenta, quando ancora non si aveva sentore delle mostruosità del secolo. Tra le tante cose che all’inizio del secolo sembravano permanenti e che di lì a poco sarebbero invece crollate quella principale fu la condotta e il comportamento dell’individuo, divenne “normale” sentirsi parte di un ingranaggio e pertanto essere esente da colpe.
Le persone invece rispondono dei propri atti e non sono parti di un sistema o di organizzazioni.
Lo scaricabarile delle responsabilità, uno scaricabarile pressoché automatico nelle società moderna frettolosa di comunicare , ci toglierà il futuro.

Cesare Perego
Capogruppo Consiliare di Insieme per Merate